martedì 31 dicembre 2013

Ed è subito la fine dell'anno.

Alberi e case diroccate sfilavano veloci, e poi edifici di varie fatte, e poi gli scogli a forma di T, il mare rosso scintillante e il cielo giallo ocra e grigio-azzurro  dell'inizio dell'imbrunire. Dell'inizio della fine di quella giornata. Dell'inizio della fine di qualcosa. Solo dalla fine di qualcosa può iniziare qualcos'altro, si disse, mentre disegnava con un dito un piccolo cerchio sul vetro appannato dal freddo del finestrino del posto n. 43 d'un espresso diretto a sud, gremito.
....
In un'altra porzione di realtà spazio-temporale, qualcuno disegnava  un cerchio sul bordo del grande bicchiere di birra che il barman aveva fatto scivolare sul bancone.
Il locale era molto affollato quella notte, per un evento un po' sopra le righe, un esperimento d'incastri tra linguaggi, tra radio e web, tra cronaca e poesia.
Tra sogno e realtà. Tra savi e folli.
La brunetta arrivò, un po' stanca a dire il vero, dopo la performance sul palco di pochi minuti prima. Sorrise sotto gli sguardi indiscreti degli avventori accalcati al bancone.
Prese per mano un altro dei relatori, uno dalla faccia pulita e la voce professionale, coi capelli molto corti color miele e gli occhiali sul naso e lo condusse lontano dal bar,  aprendo un varco nella folla di curiosi.
L'imbucata alla serata rimase a guardare, non senza invidia, i due giovani che si tenevano per mano, uscendo.
Li osservò cercando di non dare nell'occhio, mentre rifuggivano le domande indiscrete, via, lontano nella notte fresca novembrina, lui  con uno zainetto sulle spalle, lei esibendo una meravigliosa capigliatura bruna mediterranea lucida.
Si sedette, sola, a uno dei tavolini neri del bar, senza dare nell'occhio, perché ognuno aveva qualcosa di meglio da fare. Alla consolle, il famoso dj ospite d'onore della serata, metteva su qualche orribile pezzo dance o qualcosa di simile.
Danze, drink, risa e caos, nell'euforia generale legata all'evento appena trascorso.
Scrisse qualche riga su un foglio e uscì nel buio. Senza aggiungere altro, quasi senza muovere un muscolo, almeno sulle prime.
Poi attraversò tutta la città a piedi, fino alla stazione e le fece bene.
La stanchezza le diede energia.
Comprò una birra e passò un dito disegnando un cerchio  sul bordo della lattina, mentre saliva sul treno puzzolente e sporco che l'avrebbe riportata a casa.
Un anno può trascorrere in tutta la sua piatta durata senza che davvero nulla di significativo accada. 
Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di realtà, nuda e cruda.
E prima che te ne possa rendere conto, è già la fine d'un altro, terribile anno.

giovedì 26 dicembre 2013

Asmodeo

Col favore di questa notte mistica, una dolce parola ritmica, e un asfodelo. O Asmodeo.

martedì 10 dicembre 2013

Cafè Paris


Scultura.


Silhuette


Rovine


Saudade


Verde simil-londinese


Prospettive


Messaggio alla Luna


Ombre


Metal notes


Blue winter


Psichedelyc Water


Bucato


Lacrime e cemento (in giro per Messina)


Arte zombesca ( scattando in giro per Messina)


Dinamite (scattando in giro per i murales a Messina)


Pray ( scattando in giro per Messina)


E se mancano i remi? ( murales per le strade di Messina, particolare )


4-5


lunedì 9 dicembre 2013

A Silvia

Tu plasmi parole nuove per respirare, per respirarti. Per espiarti. In questo mondo angusto sei sottile ostilità. Amara come l'amara consapevolezza della caducità. Amara consapevolezza della Terra nella Notte in cui sola t'addentrasti. Sola, eppure parli al Mondo e ti fai desiderio originario su cui mi chino. E non oso leggere il tuo senso tra le tue righe terribili. Eppure sei Musa.




venerdì 6 dicembre 2013

Canovaccio

Dopo la cena, i movimenti tranquilli dello spreparare la tavola, i commensali immersi nelle loro conversazioni distese, giocose o brillanti.
Ma nelle cucine, col favore dei piatti unti di olio verde e della schiuma calda, accanto alle dita e alla voce protagoniste del concerto, alla piccola escrescenza sotto uno degli occhi intensi,  miracolosamente strappati per qualche ora alle consuete estraneità,  Elsa riscosse il suo piccolo premio.
Si girò sulla schiena mostrando l'addome.
Inarcò il piccolo corpo mantato di grigio lucente morbido, e tutta la sua felina grazia si convertì in estasi al tocco sapiente  delle dita amorevoli del musico.
Chi s'era chinato su quel desiderio originario si produsse in un atto di suprema dolcezza,
spettacolo di familiarità ineffabile e commovente concesso solo a pochi eletti.