giovedì 9 gennaio 2014

Una frusta

Nonostante tutto aveva ancora voglia di ricordarsi come si erano incrociati la prima volta.
Nonostante tutto, si sorprendeva a cercarlo, di notte, nelle memorie triste e senza nome degli sconosciuti. 
Nelle melodie dimenticate; 
nelle scritte rivoluzionarie sui sedili consunti negli espressi notturni lenti e maleodoranti e sporchi;
nelle fermate sbagliate; 
nelle soste obbligate per non aver pagato il biglietto;
nelle immagini disegnate dai rami taglienti a ingabbiare la luna infreddolita;
in una vecchia frusta incapace di far impazzire anche la peggiore delle maionesi;
in queste misere parole che, nonostante tutto, non giungeranno mai agli occhi per i quali sono state messe nero su bianco.
Nelle innumerevoli parole non dette,  inghiottite a scavare nello stomaco gallerie terribili ove scaldare un rimpianto incontenibile, cocente come la vergogna di non essere all'altezza, eppure covate come dei figli impossibili da strapparsi da dentro.
In questa strana pena, segreta e senza rimedio, che è  il continuare a desiderare sempre quel che non si può avere.



mercoledì 1 gennaio 2014

Grenouille

No, non ho avuto il coraggio di leggere, non ho più lo stomaco di reggere a cotanto parossismo di pessimismo.
Sono tinte troppo forti per i miei gusti, il fegato è debole, le viscere si sfilacciano, i denti si ingialliscono, l'udito mi abbandona.
No, le narici si dilatano, le pupille s'ingrandiscono, troppi pori sulla pelle poi guastano.
No, evita di far rumore, rilascia solo qualche suono tossico, un odore classico, una mano aperta per dire basta.
Sublima o imbalsama, mille dettagli fanno un corpo, ma un corpo non ti basta.
Alchimia cosmica, o chimica meravigliosamente putrida, il  dio del rimpianto dimora in un lurido tugurio e riceve solo pochi sventurati pellegrini. 
Se vuoi omaggiarlo, recagli un timido asfodelo, una tazza calda di vergogna e l'olezzo d'un singhiozzo.