Le capitava a volte di rileggersi, dopo
molto tempo, e di aver l'impressione che quelle sotto i suoi occhi
fossero le righe di un'altra persona.
Aveva voglia di di scrivere come forse
non aveva mai fatto in vita sua, di svuotarsi, e di rimirarsi in
forma di liquido scuro caldo appena scorso su fogli spessi di carta
grezza.
E come ogni volta che intercettava la
bella grafia inclinata di quello sconosciuto, aveva la stranissima
sensazione che quella le fosse più familiare della propria ; che
quel medesimo sconosciuto, inspiegabilmente, le fosse familiare, e che forse, suo malgrado, e in un modo non ancora chiaro, riuscisse ad
esserle misteriosamente d'aiuto quando qualcosa in lei si andava a inceppare, quando qualcosa in lei le impediva di respirare, quando
non riusciva più né a scrivere, né a parlare.
Forse le mancavano certe attese, le
mancava il periodo in cui aveva la faccia tosta di cercare quello
sconosciuto e farsi correggere i compitini a casa.
O forse, in realtà aveva solo voglia
di tornare in un vecchio bar, e incontrare un vecchio amico che non
aveva più il coraggio di chiamare. Per orgoglio o per dignità. Ma
va là.
Bella!
RispondiEliminaEcco lo sconosciuto...
Su questo vecchio scritto inutile e dimenticato c'era uno strato molto spesso di polvere. Grazie a qualcuno ho pensato solo in questi giorni di ripulirlo un po' :)
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