sabato 9 novembre 2013

A proposito delle ruote nella neve - I

Aprì la porta del piccolo locale facendo suonare il campanello che avrebbe avvertito il titolare dell'arrivo d'un nuovo cliente e vi entrò, senza molta convinzione.
Si trattava d'un locale costruito da non più di due anni.
Cercò invano di ricordare cosa vi fosse al suo posto quando, circa dieci  anni prima aveva lasciato i propri natali al sud,  per cercare fortuna dalla parte opposta del Paese.
Il locale era vuoto, così  senza aprir bocca sedette sul sedile innanzi al lavello, come la sottile voce da dietro al separè gli aveva indicato, calma e ferma.
Tolse gli occhiali e li poggiò su un tavolino.
Un minuto dopo aveva perso completamente il controllo della propria testa.
Sentiva il getto caldo massaggiargli la cute della fronte, della testa e della nuca, guidato da due mani esperte e precise, dai movimenti ripetuti con la  cadenza della rara pazienza, del talento umile, poco consapevole di se eppure animato dall'antico segreto d'una securtà delicatamente severa, non priva d'una ruvida e quasi selvatica dolcezza.
Quando le mani restituirono la testa al giovane, nello specchio apparve una capigliatura color miele -scuro a fiammifero che lasciava scoperta intera l'intelligente fronte ampia, offrendo alla vista di tutti la delicata bianchissima nuca, arrossata dopo la seduta, senza riservare spazio all'immaginazione circa le linee del cranio.
"Con la testa quasi nuda,  sarà un gioco da ragazzi leggervi i tuoi pensieri attraverso" disse la voce sottile con un tono privo della sia pur minima sfumatura di scherzo o d'ironia.
Cercò gli occhiali, l'inforcò e trasalì arrossendo violentemente alla vista della figura in piedi alle proprie spalle rimandata dalla lastra di vetro.


Continua.....

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