Capì che la pateticità di quel vagheggiamento,
omai, aveva raggiunto, sì e no, ma più sì anzichenò, il massimo grado, e che
doveva ridimensionare tutto, o meglio, annullarsi lei stessa, possibilmente.
Capì, in buona sostanza, che il peso di un
Nulla gigantesco le gravava sul cuore, da un tempo non meglio precisato.
E un
peso del genere scaverebbe una galleria
di disagio in qualunque essere, a meno di
non essere alieni.
Un Nulla potrà assumere le fattezze più care,
ma non cesserà per questo d’essere Nulla.
Che sia un incontro atteso per mesi, preceduto
dalla corrispondenza più ipocritamente sincera, e sfociato in un susseguirsi di silenzi imbarazzanti.
Quelli dell’ignoranza, della stupidità, dinanzi
al sorriso amaro d’un uomo di poco più di 30 anni, già vecchio, e della sua
conoscenza che non si limita alle citazioni de’ bei libri di filosofia e de' bei poeti dell’orrore.
Del disincanto d’un coraggio avvilito e messo
in carcere da criminali mimetizzati tra gli agenti del disordine.
Le divise stirate e inamidate della crudeltà
senza motivo, dei calci ai paria dell’universo, sulle fredde panchine della
povertà e della disperazione nera.
Per chi non ha più parole, nessun gioco.
Lo guardava e basta. Senza riuscire a emettere
suono.
E anche dopo molto tempo, quando la parola
ritornò a riempirle violentemente le dita e la gola, si chiese a lungo se
avrebbe potuto cambiare quell’epilogo tragicamente patetico, e comico quanto
mai, se solo il flusso copioso che ora la pervadeva di sciocchezze le fosse giunto
in tempo almeno per il commiato.
Ma non lo seppe mai. Né avrebbe mai ricevuto
una risposta da quella fenice dagli occhi votati a perdere, di quella tristezza
castana che continuava a stringerle il cuore anche nel ricordo.
Né, dopo molto tempo, sarebbe cambiato quel
Nulla, pur avendo mutato modo di scrivere, e colore e taglio degli occhi e dei capelli,
e voce, e ampiezza della fronte,e modo
del viso d’accogliere le emozioni arrossendo violentemente, e libri nello
scaffale, e odio contro il mondo, e modo di rapportarsi all’altro sesso.
A poco sarebbe valso l’inizio promettente, poco
tempo addietro.
Non era l’inizio di qualcosa, ma solo mera
bontà, quella che aveva spinto l’ultimo Nulla ad avvicinarlesi con sorriso mesto e
pacato.
E le parole intense del primo convegno tanto a lungo e ardentemente agognato erano state solo un incantesimo. Ma
non significavano proprio alcunché, purtroppo.
E quella piccola bella parola ripescata dal
passato e trascritta sul presente, quel “Vorrei” tramutato in un nuovo gioco di parole reso
più amaro dal peso del tempo trascorso, e regalato alla sua immaginazione
sempre troppo febbrile per distinguere subito i veri contorni del reale, nemmeno
quella aveva qualche significato che potesse valere il vagheggiamento sfrontato
dei suoi lambiccati viaggi cerebrali.
“La lotta è impari, e non imparì mai.”si disse
e iniziò il secondo tempo del suo ennesimo film grottesco e dal finale triste.
Con tanto di occhi nocciola,saggiamente adolescenti dell'età adulta ferita. E sadici.
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