lunedì 28 ottobre 2013

Omaggio a Epicuro

Non c'è posto migliore di questo, se ci si vuole adagiare
su una spaziosa superficie d'illusioni impolverate.
E in questo teatro dall'acustica scadente, torni ancora una volta, spettatrice poco riguardosa, a occupare abusivamente le prime file.
Il posto è lo stesso, ma forse sei tu a esser più
miope, e a sentir peggio.
Cos'è questo puntino invisibile, lontano anni luce da te, che per
qualche motivo inspiegabile, ti rimbalza dinanzi al naso e
ti entra in gola?
Non ne hai idea.
Forse sono solo umori vaghi o febbrili elucubrazioni deliranti.
Le suggestioni nate dalla visita a un vecchio parco.
La vista delle  rovine di una giostra.
O della  ruggine sui fili di
quest'erbaccia nata tra i palchetti impolverati di un
anfiteatro derelitto.
Un omaggio al teatrante triste,
 all'Epicuro delle illusioni mai sopite.
 Alla polvere che distorce
tutto, e disegna ove manca la forma.
In assenza di forma, la sola polvere negli occhi.
Una maschera tentata di plasmare senza calco, e con della materia volatile.
Un'auto senza conducente , e un  volante monco;
custode del segreto delle linee della mani
che gli si sono strette intorno, madide di preoccupazione.

Grazie a @fioriales.

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