martedì 23 ottobre 2012

Cortometraggio

Mentre ti parlo,  tu sei appoggiato dolcemente allo stipite della porta, con indosso la tua sensibilità più acuta e il sorriso ineffabile di chi tutto comprende e tutto  vede.
E non ti sfugge  il mio imbarazzo nel tentare di coprirmi alla meglio dei miei stracci di sentimenti consunti.
E non ti sfugge che il mio amore fa rima con dolore.
M’hai udito singhiozzare nelle lunghe notti delle tue solitudini, mentre vegliavo segretamente sulle tue spalle scosse dai singulti muti.
Sarà per questo che, nonostante la tragica comicità della mia figura, tu non ridi, ma mi sussurri con dolcezza l’unica parola in grado di lenire il dolore di questa ferita andata ormai in ascesso irreversibile.
E al suono inaudito della tua voce, trema ogni fibra del mio essere.
E finalmente smetto d’esser quella che dolorosamente non ho voluto mai essere,
e inizio a diventare me stessa.
Sei  il ritorno delle forze dopo una lunga malattia.
 La lotta della speranza contro la morte.
La parola che torna dopo il silenzio ostinato.
La  vista dopo il buio d’un tunnel interminabile.
Sei tutto  quello che potrei desiderare.
La felicità che non m’è dato avere.

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