mercoledì 24 ottobre 2012

So brother

I sogni migliori son sempre quelli a occhi aperti.
E puntualmente, quando m’ostino a non chiuderli, è lì che ti spingi senza farmi male.
 Specie quando sono sicura che sia troppo tardi,  che sia già troppo lontano per raggiungermi.
Arrivi sempre quando ne ho più bisogno, esattamente mentre m’illudo che tu possa averne di me.
 E ogni volta hai gli occhi intensi di chi non si da importanza.
Di chi finge di non saper  d’esser fondamentale. Per l’universo intero ove orbita, e anche fuori.
Fosse un’inflessione nella voce, sarebbe senz’altro la tua mentre mi parli.
Fosse un sorriso, sarebbe senza dubbio il tuo ,che non vedrò mai.
Quello che sul tuo viso non dovrebbe mai mancare e di cui non sarei mai paga.
E il colore degli occhi, senz’altro il tuo, che devo rassegnarmi a non poter ricavare con gli artifici.
E il nome, proprio il tuo.  Noto, nonché assolutamente ignoto.
Ad averne un manoscritto, la mia felicità avrebbe la tua stessa grafia. I tuoi caratteri.
Del tuo meraviglioso e sfrontato bisogno di dire.
Delle tue reazioni inaudite alle mie inezie ardite.



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