venerdì 26 ottobre 2012

Un posto meravigliosamente sadico chiamato parola

La parola scritta è il non luogo dei più strani e inspiegabili corto circuiti tra modi di sentire perfettamente estranei. Ma, come ben sapeva la più sadica delle parole coltello, è anche il luogo ove rapporti sovrumani si troncano senza mai essere iniziati. L’interazione nata solo per colpire un bersaglio che per logica, non s’è mai messo a fuoco. Il delitto viene commesso da chi, in questo non luogo, pretende di fissare regole, infrangerle, ed essere intransigente e irreversibile con chi non ha il modo di rispettarle, come del resto fa esattamente chi le ha fissate. Del resto, nemmeno quell’illustre parola coltello tanto intollerante e morbosamente sensibile ebbe mai a troncare ogni rapporto col prossimo empatico, nemmeno quando la corrispondenza divenne intollerabile. Si limitò a troncare la relazione, e da questa disunione nacque Gregor Samsa. Il non luogo della parola è il posto ove nascono i fraintendimenti, la rabbia che acceca il buon senso e si, che acceca anche l’amore, quando c’è. Quell’amore per la parola che tanto puo’ dare a una persona a lungo rimasta incapace di parlare o di scrivere. E da cui nasce la stima per chi l’ha scritta. Non importa sia un perfetto estraneo o chiunque altro.

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