M’indirizzavi solo ipocrisia travestita da dolcezza. E poi ammutinasti , improvviso e irreversibile.
E poi esasperasti . Parole in faccia, conati mal rattenuti.
Ora che ci provo, una volta per tutte, a darti degna sepoltura, mi chiedo come saresti stato, ricordo da due soldi, che ancora perseveri diabolicamente a mettermi i bastoni tra le ruote, se solo avessi avuto questo fluire di parole sconnesso e senza senso, allora, quando tu guardavi la mia goffaggine dall’alto del tuo contegno sdegnoso.
Che i tuoi fantasmi ti abbiano in onta.
R.I.P.
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