venerdì 16 novembre 2012

La fiera delle Maschere nuove fiammanti


In fondo, basta davvero poco a differire i commiati più temuti. Avversati con l’ostinazione e la caparbietà patetica dei fanciulli sempre un pò più stupidi della media, sempre col broncio sulle labbra.
E’ un gioco da ragazzi, impedire alle tue emozioni indisciplinate, d’inciampare continuamente nella sensibilità delle solitudini che hai arbitrariamente scelto come specchio inconsapevole e straordinariamente frangibile, ma senza fare i conti con lo strepito del loro concerto.
E’ così facile. Basta sorridere. Sorridi di quel sorriso da parte a parte, che ti ciondola al collo come un cappio nero e ti strozza a ogni minimo, impercettibile moto del capo.
Ora, prendi la tua maschera attuale, così incapace di nascondere agli altri emozioni e turbamenti e disagi e tormenti più o meno fondati, più  o meno patetici, più o meno reali.
Prendi la tua maschera presente e scagliala nel fuoco con tutta la violenza residua delle tue braccia cadute per le mille occasioni perdute sempre anzitempo.
Scagliala nel fuoco, ma, molto voluttuosamente. E ora, serbane solo il ricordo necessario per ridisegnarla in negativo assoluto.
In negativo, sì, fai in modo che la nuova maschera sia completamente priva d’espressione.
Cavale gli occhi smarriti di default,nel ricordo. Spegni il fuoco dei sospiri rimasti incastrati tra i denti marci, e mai arrivati a destinazione.
Fatti cava, vuota, rimuovi ogni parvenza sensibile d’anima vibrante.
Fatti immobile, e falsa, ermetica, criptica, praticamente muta.
Cripta  pensieri, e impegnati perché non siano mai men che indecifrabili in valore assoluto.
Diventa maschera di te stessa.





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