In
fondo, basta davvero poco a differire i commiati più temuti. Avversati con l’ostinazione e la caparbietà patetica dei fanciulli sempre un pò più stupidi
della media, sempre col broncio sulle labbra.
E’ un
gioco da ragazzi, impedire alle tue emozioni indisciplinate, d’inciampare
continuamente nella sensibilità delle solitudini che hai arbitrariamente scelto come specchio
inconsapevole e straordinariamente frangibile, ma senza fare i conti con lo strepito del loro concerto.
E’ così
facile. Basta sorridere. Sorridi di quel sorriso da parte a parte, che ti
ciondola al collo come un cappio nero e ti strozza a ogni minimo,
impercettibile moto del capo.
Ora,
prendi la tua maschera attuale, così incapace di nascondere agli altri emozioni
e turbamenti e disagi e tormenti più o meno fondati, più o meno patetici, più o meno reali.
Prendi
la tua maschera presente e scagliala nel fuoco con tutta la violenza residua
delle tue braccia cadute per le mille occasioni perdute sempre anzitempo.
Scagliala
nel fuoco, ma, molto voluttuosamente. E ora, serbane solo il ricordo necessario
per ridisegnarla in negativo assoluto.
In
negativo, sì, fai in modo che la nuova maschera sia completamente priva
d’espressione.
Cavale
gli occhi smarriti di default,nel ricordo. Spegni il fuoco dei sospiri rimasti
incastrati tra i denti marci, e mai arrivati a destinazione.
Fatti
cava, vuota, rimuovi ogni parvenza sensibile d’anima vibrante.
Fatti immobile,
e falsa, ermetica, criptica, praticamente muta.
Cripta pensieri, e impegnati
perché non siano mai men che indecifrabili in valore assoluto.
Diventa maschera di te stessa.
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