La bruttina, sola, sulla riva del fiume,
cantava le canzoni dolci amare dell’eroe delle fiabe ed era felice,nonostante
tutto. Sorrideva a ciascuna speranza e innaffiava ogni sogno, amorevolmente.
Quando l’acqua si fece più fredda e scura, una folata di vento portò scompiglio
nell’angolino in cui era rannicchiata e la riscosse.
Si guardò intorno coi soliti occhi smarriti, e
s’avvide che un paio di sogni erano scomparsi, e un numero non precisato di
speranze eran state spazzate vie. Il nodo alla gola fu inevitabile.
Fu allora che da lontano, le giunse una voce sconosciuta, dal timbro ben noto, chiara e limpida, e veloce e un pò nervosa, come quella che aveva
sognato d’udire tutte le notti. E le disse qualcosa che, sulle prime non capì.
Ma la bruttina lì per lì non diede molta
importanza all’episodio. Preferì lasciar correre e i sogni superstiti non si
fecero pregare.
Passarono i mesi e la bruttina continuava a
vivere nelle fiabe, e a coltivare il giardino delle illusioni, dolcemente
triste e simpaticamente idiota, come sapeva essere solo lei.
Ma una mattina, nel piccolo rifugio di paglia, mentre
stava ripiegando l’ultimo sogno e rassettando le speranze spurie rimaste in giro,
da un’apertura nella parete sporca e di fortuna, entrò una folata di vento, e fu
subito deja-vu.
S’avvide che quella era la stessa voce sentita
in riva al fiume. Ed era la voce dell’eroe triste che le rubava il sonno, e il
senno. Le disse, con la voce nervosa, ma ferma e pacata, in un soffio ( ed ella
si fece senza espressione, mentre il suo essere dovette muoversi
impercettibilmente senza darlo a vedere):
“Io lo so che ti struggi da sempre, che nella
notte, mordi il cuscino per non rompere in singulti a causa della mia mancanza.
Io conosco il tuo cuore gonfio di lagrime. Io so tutto di te. Tu mi somigli, e
sei cara al mio cuore. E proprio per questo, non m’arrenderò mai a te. Non
metterò mai le mani sul tuo affetto. Ma non temere, perché questo è l’unico
modo che ho di ricambiarlo. Stai serena. Non pensarci. Perdona le mie paure. E
fai del nulla, una tensione all’ineffabile. Ti servirà a iniziare a vivere
davvero. Puoi farlo.”
La bruttina si svegliò e decise di non chiudere
mai più gli occhi.
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