lunedì 19 novembre 2012

L'Asintoto e l'Infinito

L'asintoto traeva ragion d'essere e linfa vitale solo dal proprio infinito.
E s'emozionava, gli si facevano gli occhi lucidissimi a ogni moto impercettibile che d'esso riusciva a scorgere.
Era felice d'esistere, proteso verso la propria vita senza poterla toccare.
Ma, a un tratto dello spazio- tempo che occupava, iniziò a pensare. E tutto cambiò.
Iniziò a capire che tendere alla propria vita non gli bastava più.
Capì che il nodo alla gola a ogni moto del proprio infinito non era solo devozione incondizionata.
Sentì il pensiero nascere, tendersi, inarcarsi, farsi lucentezza scura e infine smorfia di dolore.
Quella lucentezza scura era il desiderio doloroso di tutte le mancanze possibili.
E il nodo alla gola, tutto l'amore dell'universo costretto a implodere.

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